giovedì 24 febbraio 2011

Caccia al posto nei licei milanesi, la preoccupazione di Ragone


Il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti: “Ogni studente deve poter essere libero di scegliere dove intraprendere il proprio percorso scolastico”

Milano – Licei di Milano presi d’assalto dai nuovi iscritti. Destini scolastici a sorteggio per centinaia di studenti, ma parte di loro dovrà cambiare la propria scelta perché in molti istituti non c’è abbastanza posto per tutti. Il caso più clamoroso è senza dubbio quello della scuola “Virgilio”, in zona Porta Venezia, che ha dovuto rifiutare 200 ragazzi per mancanza di spazi e aule. Dura la replica della Provincia che ha ribadito la necessità di riempire tutte le scuole del territorio.
“Senza alcun dubbio si penalizza come al solito la scuola pubblica – commenta amareggiato il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti, Luca Ragone –. Le nuove riforme introdotte dal ministro Gelmini parlano di internazionalità, inglese, informatica; ma l’unico beneficio da tutta questa situazione è di sicuro per le scuole private. Un esempio sono i sussidi erogati per i ragazzi che non superano un certo reddito e che, beneficiando di tali aiuti, si devono però iscrivere alle scuole private e non a quelle pubbliche”.
L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro continua affermando: “Lo studente deve essere libero di scegliere dove poter studiare. È inconcepibile che un ragazzo prenda un indirizzo di studi, anche senza interesse, perché non ci sono posti disponibili altrove”.

venerdì 18 febbraio 2011

Scandalo affitti Pio Albergo Trivulzio a Milano, la reazione di Ragone


Il vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti: “E’ impensabile pensare che in tutti questi anni ci sia stata questa discrezionalità e omertà così diffusa sui nominativi degli assegnatari da parte dell’amministrazione di un ente nato con lo scopo di aiutare i più poveri”

“E’ un controsenso che un’associazione che fa beneficenza e che quindi dovrebbe rivolgere la sua attenzione alle persone più bisognose, favorisca invece i singoli amici del potente di turno. Oltretutto assegnare le abitazioni a chi dimostra di avere in realtà il reddito più alto, è davvero un affronto per tutta quella gente che da anni chiede di avere una casa che altrimenti non potrebbe permettersi”. Luca Ragone, vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti, commenta aspramente gli ultimi fatti che hanno interessato il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Il suo patrimonio immobiliare di lusso, frutto di donazioni secolari a favore dei bisognosi con appartamenti siti nel centro del capoluogo lombardo, sembra che da anni sia stato destinato invece ad ex segretari di partito, onorevoli, figli ed amici di politici ed a uomini in genere legati alle istituzioni comunali e regionali.
Il consiglio di amministrazione del Trivulzio sembra aver gestito sempre con la massima segretezza i 1064 nominativi bersaglio di sospetti da settimane. La procedura seguita prevede che gli immobili vengano assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati (a parità di requisiti) è in grado di esibire il reddito più alto. Tuttavia l’ultima parola spetta ai membri di un comitato ristretto: il direttore generale (Fabio Nitti, in quota Pdl) e il direttore del Dipartimento tecnico (Alessandro Lombardo, vicino all'ex An). La supervisione compete al presidente del Trivulzio, il chirurgo Emilio Trabucchi (Pdl).
Il Presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Futuro e Libertà) ha dichiarato che oggi consegnerà la lista degli inquilini con i dati degli immobili alla commissione Casa e Demanio, guidata da Barbara Ciabò (membro anche lei del partito fondato dall’On. Gianfranco Fini). Dura la replica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che si stupisce di come il problema sia emerso solo ora e di come la denuncia sembri frutto di una semplice disputa interna tra partiti. “Il problema non doveva venire a galla come conseguenza di diatribe tra forze interne alla maggioranza, ma semplicemente perché l’amministrazione deve tutelare sempre i diritti del cittadino. Nella città c’è grande richiesta di edilizia pubblica. Con oltre 10000 persone che hanno fatto domanda e più di 5ooo appartamenti murati che non vengono resi disponibili dal comune”.

martedì 15 febbraio 2011

La Martino riflette sull’efficacia delle misure anti-smog per Milano


La responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti: “Tali proposte dovrebbero avere una maggiore sistematicità ed estendersi ad un’area metropolitana molto più allargata del solo capoluogo lombardo”

Milano - “Questo balletto di responsabilità non fa altro che palesare la leggerezza con cui si sta affrontando un problema così grave, come quello dell’inquinamento. Il blocco del traffico, la riduzione del limite di velocità a settanta chilometri orari su tangenziali e arterie provinciali sono iniziative interessanti, ma ad esse dovrebbero seguire dei precisi interventi seri e mirati, come la sistemazione della segnaletica stradale”. Non ha dubbi Annalisa Martino, responsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, sulle misure anti-smog introdotte dal Comune, alcune delle quali non sono state ancora attuate, dal momento che Anas e Serravalle si rimbalzano il rilascio del via libera sulle tangenziali, mentre si attendono ancora risposte dai concessionari autostradali.

“Ho trovato molto grave - dichiara la Martino - il fatto che la scorsa settimana, prima ancora di prendere la decisione di bloccare il traffico cittadino, fosse diffusa tra alcuni esponenti delle istituzioni la tendenza a minimizzare la problematica. Lo stesso Formigoni ha detto che quella milanese non è una situazione così difficile, mentre ci sono metropoli come Ancona e Napoli che sono molto più inquinate. La questione è che queste ultime sono città di mare, quindi non hanno, sotto quest’aspetto, gli stessi problemi che si vivono in una realtà come Milano, o quella dell’intera Lombardia”.

“Tali proposte dovrebbero avere una maggiore sistematicità ed estendersi ad un’area metropolitana molto più allargata della sola città meneghina - incalza l’esponente cittadino del movimento guidato da Antonello De Pierro -. A tal proposito è evidente il fallimento dell’Ecopass, tanto acclamato dal sindaco Moratti. In realtà, questo progetto si riduce ad un’area del centro cittadino abbastanza ristretta, quando le soglie della presenza di polveri sottili vengono costantemente superate nelle zone vicine alla circonvallazione in cui vi sono grandissimi insediamenti”.

Concludendo, la Martino si sofferma su una delle possibili cause della situazione attuale: “I partiti ecologisti sono messi nell’angolo. È molto difficile inventarsi un costume ambientalista, quando invece manca nel dna di certi partiti che hanno il potere decisionale. Bisogna lavorare in maniera operativa e non prendendo decisioni che poi non hanno un riscontro nei fatti”.

mercoledì 9 febbraio 2011

Rom paragonati a cani dalla Maiolo, Monteleone indignato


Il viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti: :”Una presunta persona che accosta l'educazione dei cani a quella dei bambini, certamente deve avere le idee piuttosto confuse, per non dire farcite di ignoranza e intolleranza, riguardo al concetto di educazione”



Milano – “Trovo semplicemente ripugnanti le dichiarazioni della Maiolo. Del resto una presunta persona che accosta l'educazione dei cani a quella dei bambini, certamente deve avere le idee piuttosto confuse, per non dire farcite di ignoranza e intolleranza, riguardo al concetto di educazione”.
Commenta con sincero sdegno Filippo Monteleone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, le frasi choc pronunciate dall’ex assessore Tiziana Maiolo, durante una trasmissione radiofonica presso l’emittente “Radio 24”. L’ormai dimissionaria portavoce meneghina di Futuro e Libertà ha dichiarato, proprio a pochi giorni dalla tragedia dei 4 fratellini zingari deceduti a Roma, di ritenere più semplice l’educazione di un cane rispetto a quella di un bambino d’etnia Rom, scatenando numerose e comprensibili polemiche. “Vorrei ricordare – prosegue Monteleone - , per chi avesse la facilità di dimenticare la storia della nostra umanità, che le popolazioni Rom sono state deportate e trucidate durante la bella epopea nazifascista, della quale il nostro bel paese può onorevolmente fregiarsi e che da allora non c'è stata più pace per questa etnia, al pari di quella curda. Continuano ad essere perseguitati, rinchiusi in ghetti inumani e rifiutati dalla società non civile, nel nome di una non-integrazione che l'Italia con le sue scelte, ha sempre rinforzato, nel nome di un ‘popolo dedito alla criminalità’, quando i dati statistici non confermano assolutamente questa diffusa concezione”.

A fomentare le reazioni negative contro l’ormai ex portavoce di Fli anche le critiche rivolte dalla stessa Maiolo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accusato d’errore e di indifferenza nei confronti dei cittadini italiani bisognosi di una casa, poichè ha espresso, in un moto di solidarietà, l’intenzione di dare un alloggio ai cittadini Rom.

“L'attacco a Napolitano lo trovo poi l'estremo dell’illogico. Il Presidente della Repubblica – dichiara Monteleone - ha pronunciato solamente quello che il buon senso detta come unica soluzione a questo problema. Bisogna contattare questa gente, capire nella realtà le loro condizioni di vita, e trovare insieme delle soluzioni condivise, che possano prevenire ulteriori tragedie come quelle vissute pochi giorni fa a Roma, e nel recente passato in diverse parti dell'Italia. Ho prestato la mia opera – racconta l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , per brevi periodi, come volontario ed educatore, a Bologna e Milano, nelle baraccopoli di questi esseri umani, trovando tanta umanità come in poche altre situazioni, certamente il disagio, la povertà, il rifiuto non può che rinforzare la parte deviante, che esiste in questo popolo, come in qualsiasi altro popolo della terra. Quando poi si impugna la solita barzelletta del ‘perché le case a loro, e agli italiani no’ vorrei ricordare che il numero di case non abitate è di gran lunga superiore alla gente che ne è priva, sia italiana che di origine migrante. E che se i Rom, come qualsiasi altra etnia, vivono da noi, e i loro figli sono nati qui, non può esserci differenza. La Maiolo – chiosa Monteleone - rinforza un concetto grottesco, che non può avere alcun senso se non perverso nella società moderna postcapitalistica: ‘prima noi, poi loro’”.