martedì 12 aprile 2011

Vandalismo a Milano, Ragone invita alla chiarezza


Il vice responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti:

“I writers esprimono una forma d’arte, i vandali mancano di senso civico,

è bene distinguere”

Milano – “Un conto è parlare di vandali, un altro di writers. I primi sono da condannare, in quanto mancano di senso civico, i secondi invece esprimono una loro forma d’arte, e in quanto tale, vanno compresi”. E’ il pensiero di Luca Ragone, vice responsabile milanese dell’Italia dei Diritti, che prende le distanze da chi prova ad accomunare i graffiti a gesti d’inciviltà quali, ad esempio, danneggiare mezzi pubblici o bruciare cassonetti della spazzatura.

L’esponente lombardo del movimento fondato da Antonello De Pierro ricorda come, anche in passato, gli appelli dei writers siano sempre rimasti inascoltati dalle istituzioni locali: “Queste persone hanno più volte chiesto dei luoghi in cui poter esprimere liberamente la loro forma d’arte, ma non hanno mai ottenuto risposta”.

“A Milano ci sono molti spazi in disuso e capannoni inutilizzati – sottolinea Ragone - ebbene, metterli a disposizione per valorizzare l’arte di queste persone, sarebbe un vantaggio per l’amministrazione comunale la quale, inoltre, potrebbe sfruttare questi luoghi per realizzare delle mostre espositive. Invece nel capoluogo lombardo si tende a fare di tutta l’erba un fascio, e si esula il problema facendo piazza pulita di tutto”.

“Il vandalismo è un gesto gratuito che implica mancanza di senso civico, e in quanto tale va condannato fermamente. Però – conclude amaramente il referente locale dell’Italia dei Diritti - l’equazione ‘writers uguale vandali’ è sbagliata”.

giovedì 24 marzo 2011

Berlusconi capolista Pdl a Milano, le considerazioni di Ragone

Il viceresponsabile meneghino dell’Italia dei Diritti: “Non è un novità che il Pdl sia un partito personalistico che si concentra sulla figura del suo leader. In questo caso, però, ritengo inutile la sua candidatura”

Milano - “La candidatura degli esponenti di spicco di un partito nelle diverse tipologie di elezioni è una pratica abusata in Italia. Tuttavia, nel caso delle prossime comunali di Milano, la candidatura di Silvio Berlusconi sarebbe comprensibile se si pensasse alla carica di sindaco e non se si pone lo stesso come capolista, dal momento che il premier rinunzierebbe comunque all’eventuale designazione”. Così Luca Ragone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, si pronuncia in merito all’appello che il Popolo della libertà ha rivolto al capo di Governo, guardando con preoccupazione al voto del 15 maggio.

La guerra che si prospetta nel centrodestra è sulle preferenze, dove i berlusconiani temono gli esponenti di Comunione e Liberazione e delle altre liste civiche che sostengono il sindaco Letizia Moratti: “Non è un novità - continua Ragone -, che il Pdl sia un partito personalistico che si concentra, principalmente, sulla figura del suo leader. In questo caso, però, ritengo che abbia più senso candidare altri militanti che hanno già lavorato e lavorano tuttora nel gruppo”.

Il clima presente nel centrodestra milanese è tutt’altro che tranquillo, tant’è che anche ieri in Consiglio comunale è mancato il numero legale dei componenti: “È evidente - conclude la sua analisi l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che il Pdl ha paura di Cl e delle altre correnti interne, considerando, soprattutto, che i pidiellini vorrebbero uniformare il pensiero generale, tenendo presente le linee guida del partito nazionale”.

venerdì 4 marzo 2011

Task force a Milano contro mendicanti e lavavetri


Vice responsabile meneghino dell’Italia dei Diritti:“La soluzione applicata è una cura palliativa rispetto alle proporzioni, alle risposte ed alle soluzioni strutturali del problema”


Roma - Per far fronte al problema del “degrado” provocato dalla presenza di mendicanti, lavavetri e venditori abusivi di fiori, il comune di Milano ha istituito una task force, chiamata Charlie-Delta e che comprende diciotto automobili della polizia locale con un totale di trentasei agenti, incaricata di pattugliare le strade della città dalle sette e trenta del mattino fino alle otto di sera. In base alle dichiarazioni del sindaco Letizia Moratti tale servizio, in funzione già da quindici giorni, dovrebbe servire come deterrente verso questi comportamenti: infatti, fin’ora, oltre trecento persone sono state schedate e multate per cinquecento euro a testa, mentre centoquattordici sono state allontanate.

Filippo Monteleone, vice responsabile milanese dell’Italia dei Diritti, critica l’iniziativa e afferma: “Le pattuglie non riusciranno ad avere la meglio su dei poveri disgraziati che, per pochi euro al giorno, vanno per strada a fare gli ambulanti, o pulire i vetri ai semafori. Ne fermeranno anche centinaia, ma ce ne saranno sempre altri migliaia pronti a prendere il loro posto. La risposta andrebbe data combattendo le radici del racket che gestisce questo monopolio, ma evidentemente non è questo l'obiettivo del comune”. L’esponente del movimento aggiunge: “Sicuramente però ha più effetto sull'opinione pubblica il pubblico fermo o arresto di un indiano che vende ombrelli sotto la metropolitana, in modo che alla gente venga fatto credere falsamente che il territorio sia in mano alle istituzioni, che sia controllato”.

“La soluzione che è stata applicata – dice Monteleone - mi sembra assolutamente una cura palliativa rispetto alle proporzioni ed alle risposte e soluzioni strutturali che il problema in realtà necessita. E poi si sa che, come altri tentativi in questa direzione, una volta non ottenuto il risultato, la cosa verrà abbandonata e messa nel dimenticatoio. Si tratta di proclami al vento, e invece le soluzioni reali e concrete, e i progetti validi che hanno bisogno di un ragionamento in prospettiva, non vengono mai esplicitati e messi in atto seriamente”.

giovedì 24 febbraio 2011

Caccia al posto nei licei milanesi, la preoccupazione di Ragone


Il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti: “Ogni studente deve poter essere libero di scegliere dove intraprendere il proprio percorso scolastico”

Milano – Licei di Milano presi d’assalto dai nuovi iscritti. Destini scolastici a sorteggio per centinaia di studenti, ma parte di loro dovrà cambiare la propria scelta perché in molti istituti non c’è abbastanza posto per tutti. Il caso più clamoroso è senza dubbio quello della scuola “Virgilio”, in zona Porta Venezia, che ha dovuto rifiutare 200 ragazzi per mancanza di spazi e aule. Dura la replica della Provincia che ha ribadito la necessità di riempire tutte le scuole del territorio.
“Senza alcun dubbio si penalizza come al solito la scuola pubblica – commenta amareggiato il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti, Luca Ragone –. Le nuove riforme introdotte dal ministro Gelmini parlano di internazionalità, inglese, informatica; ma l’unico beneficio da tutta questa situazione è di sicuro per le scuole private. Un esempio sono i sussidi erogati per i ragazzi che non superano un certo reddito e che, beneficiando di tali aiuti, si devono però iscrivere alle scuole private e non a quelle pubbliche”.
L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro continua affermando: “Lo studente deve essere libero di scegliere dove poter studiare. È inconcepibile che un ragazzo prenda un indirizzo di studi, anche senza interesse, perché non ci sono posti disponibili altrove”.

venerdì 18 febbraio 2011

Scandalo affitti Pio Albergo Trivulzio a Milano, la reazione di Ragone


Il vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti: “E’ impensabile pensare che in tutti questi anni ci sia stata questa discrezionalità e omertà così diffusa sui nominativi degli assegnatari da parte dell’amministrazione di un ente nato con lo scopo di aiutare i più poveri”

“E’ un controsenso che un’associazione che fa beneficenza e che quindi dovrebbe rivolgere la sua attenzione alle persone più bisognose, favorisca invece i singoli amici del potente di turno. Oltretutto assegnare le abitazioni a chi dimostra di avere in realtà il reddito più alto, è davvero un affronto per tutta quella gente che da anni chiede di avere una casa che altrimenti non potrebbe permettersi”. Luca Ragone, vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti, commenta aspramente gli ultimi fatti che hanno interessato il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Il suo patrimonio immobiliare di lusso, frutto di donazioni secolari a favore dei bisognosi con appartamenti siti nel centro del capoluogo lombardo, sembra che da anni sia stato destinato invece ad ex segretari di partito, onorevoli, figli ed amici di politici ed a uomini in genere legati alle istituzioni comunali e regionali.
Il consiglio di amministrazione del Trivulzio sembra aver gestito sempre con la massima segretezza i 1064 nominativi bersaglio di sospetti da settimane. La procedura seguita prevede che gli immobili vengano assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati (a parità di requisiti) è in grado di esibire il reddito più alto. Tuttavia l’ultima parola spetta ai membri di un comitato ristretto: il direttore generale (Fabio Nitti, in quota Pdl) e il direttore del Dipartimento tecnico (Alessandro Lombardo, vicino all'ex An). La supervisione compete al presidente del Trivulzio, il chirurgo Emilio Trabucchi (Pdl).
Il Presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Futuro e Libertà) ha dichiarato che oggi consegnerà la lista degli inquilini con i dati degli immobili alla commissione Casa e Demanio, guidata da Barbara Ciabò (membro anche lei del partito fondato dall’On. Gianfranco Fini). Dura la replica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che si stupisce di come il problema sia emerso solo ora e di come la denuncia sembri frutto di una semplice disputa interna tra partiti. “Il problema non doveva venire a galla come conseguenza di diatribe tra forze interne alla maggioranza, ma semplicemente perché l’amministrazione deve tutelare sempre i diritti del cittadino. Nella città c’è grande richiesta di edilizia pubblica. Con oltre 10000 persone che hanno fatto domanda e più di 5ooo appartamenti murati che non vengono resi disponibili dal comune”.

martedì 15 febbraio 2011

La Martino riflette sull’efficacia delle misure anti-smog per Milano


La responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti: “Tali proposte dovrebbero avere una maggiore sistematicità ed estendersi ad un’area metropolitana molto più allargata del solo capoluogo lombardo”

Milano - “Questo balletto di responsabilità non fa altro che palesare la leggerezza con cui si sta affrontando un problema così grave, come quello dell’inquinamento. Il blocco del traffico, la riduzione del limite di velocità a settanta chilometri orari su tangenziali e arterie provinciali sono iniziative interessanti, ma ad esse dovrebbero seguire dei precisi interventi seri e mirati, come la sistemazione della segnaletica stradale”. Non ha dubbi Annalisa Martino, responsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, sulle misure anti-smog introdotte dal Comune, alcune delle quali non sono state ancora attuate, dal momento che Anas e Serravalle si rimbalzano il rilascio del via libera sulle tangenziali, mentre si attendono ancora risposte dai concessionari autostradali.

“Ho trovato molto grave - dichiara la Martino - il fatto che la scorsa settimana, prima ancora di prendere la decisione di bloccare il traffico cittadino, fosse diffusa tra alcuni esponenti delle istituzioni la tendenza a minimizzare la problematica. Lo stesso Formigoni ha detto che quella milanese non è una situazione così difficile, mentre ci sono metropoli come Ancona e Napoli che sono molto più inquinate. La questione è che queste ultime sono città di mare, quindi non hanno, sotto quest’aspetto, gli stessi problemi che si vivono in una realtà come Milano, o quella dell’intera Lombardia”.

“Tali proposte dovrebbero avere una maggiore sistematicità ed estendersi ad un’area metropolitana molto più allargata della sola città meneghina - incalza l’esponente cittadino del movimento guidato da Antonello De Pierro -. A tal proposito è evidente il fallimento dell’Ecopass, tanto acclamato dal sindaco Moratti. In realtà, questo progetto si riduce ad un’area del centro cittadino abbastanza ristretta, quando le soglie della presenza di polveri sottili vengono costantemente superate nelle zone vicine alla circonvallazione in cui vi sono grandissimi insediamenti”.

Concludendo, la Martino si sofferma su una delle possibili cause della situazione attuale: “I partiti ecologisti sono messi nell’angolo. È molto difficile inventarsi un costume ambientalista, quando invece manca nel dna di certi partiti che hanno il potere decisionale. Bisogna lavorare in maniera operativa e non prendendo decisioni che poi non hanno un riscontro nei fatti”.

mercoledì 9 febbraio 2011

Rom paragonati a cani dalla Maiolo, Monteleone indignato


Il viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti: :”Una presunta persona che accosta l'educazione dei cani a quella dei bambini, certamente deve avere le idee piuttosto confuse, per non dire farcite di ignoranza e intolleranza, riguardo al concetto di educazione”



Milano – “Trovo semplicemente ripugnanti le dichiarazioni della Maiolo. Del resto una presunta persona che accosta l'educazione dei cani a quella dei bambini, certamente deve avere le idee piuttosto confuse, per non dire farcite di ignoranza e intolleranza, riguardo al concetto di educazione”.
Commenta con sincero sdegno Filippo Monteleone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, le frasi choc pronunciate dall’ex assessore Tiziana Maiolo, durante una trasmissione radiofonica presso l’emittente “Radio 24”. L’ormai dimissionaria portavoce meneghina di Futuro e Libertà ha dichiarato, proprio a pochi giorni dalla tragedia dei 4 fratellini zingari deceduti a Roma, di ritenere più semplice l’educazione di un cane rispetto a quella di un bambino d’etnia Rom, scatenando numerose e comprensibili polemiche. “Vorrei ricordare – prosegue Monteleone - , per chi avesse la facilità di dimenticare la storia della nostra umanità, che le popolazioni Rom sono state deportate e trucidate durante la bella epopea nazifascista, della quale il nostro bel paese può onorevolmente fregiarsi e che da allora non c'è stata più pace per questa etnia, al pari di quella curda. Continuano ad essere perseguitati, rinchiusi in ghetti inumani e rifiutati dalla società non civile, nel nome di una non-integrazione che l'Italia con le sue scelte, ha sempre rinforzato, nel nome di un ‘popolo dedito alla criminalità’, quando i dati statistici non confermano assolutamente questa diffusa concezione”.

A fomentare le reazioni negative contro l’ormai ex portavoce di Fli anche le critiche rivolte dalla stessa Maiolo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accusato d’errore e di indifferenza nei confronti dei cittadini italiani bisognosi di una casa, poichè ha espresso, in un moto di solidarietà, l’intenzione di dare un alloggio ai cittadini Rom.

“L'attacco a Napolitano lo trovo poi l'estremo dell’illogico. Il Presidente della Repubblica – dichiara Monteleone - ha pronunciato solamente quello che il buon senso detta come unica soluzione a questo problema. Bisogna contattare questa gente, capire nella realtà le loro condizioni di vita, e trovare insieme delle soluzioni condivise, che possano prevenire ulteriori tragedie come quelle vissute pochi giorni fa a Roma, e nel recente passato in diverse parti dell'Italia. Ho prestato la mia opera – racconta l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , per brevi periodi, come volontario ed educatore, a Bologna e Milano, nelle baraccopoli di questi esseri umani, trovando tanta umanità come in poche altre situazioni, certamente il disagio, la povertà, il rifiuto non può che rinforzare la parte deviante, che esiste in questo popolo, come in qualsiasi altro popolo della terra. Quando poi si impugna la solita barzelletta del ‘perché le case a loro, e agli italiani no’ vorrei ricordare che il numero di case non abitate è di gran lunga superiore alla gente che ne è priva, sia italiana che di origine migrante. E che se i Rom, come qualsiasi altra etnia, vivono da noi, e i loro figli sono nati qui, non può esserci differenza. La Maiolo – chiosa Monteleone - rinforza un concetto grottesco, che non può avere alcun senso se non perverso nella società moderna postcapitalistica: ‘prima noi, poi loro’”.