giovedì 24 marzo 2011

Berlusconi capolista Pdl a Milano, le considerazioni di Ragone

Il viceresponsabile meneghino dell’Italia dei Diritti: “Non è un novità che il Pdl sia un partito personalistico che si concentra sulla figura del suo leader. In questo caso, però, ritengo inutile la sua candidatura”

Milano - “La candidatura degli esponenti di spicco di un partito nelle diverse tipologie di elezioni è una pratica abusata in Italia. Tuttavia, nel caso delle prossime comunali di Milano, la candidatura di Silvio Berlusconi sarebbe comprensibile se si pensasse alla carica di sindaco e non se si pone lo stesso come capolista, dal momento che il premier rinunzierebbe comunque all’eventuale designazione”. Così Luca Ragone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, si pronuncia in merito all’appello che il Popolo della libertà ha rivolto al capo di Governo, guardando con preoccupazione al voto del 15 maggio.

La guerra che si prospetta nel centrodestra è sulle preferenze, dove i berlusconiani temono gli esponenti di Comunione e Liberazione e delle altre liste civiche che sostengono il sindaco Letizia Moratti: “Non è un novità - continua Ragone -, che il Pdl sia un partito personalistico che si concentra, principalmente, sulla figura del suo leader. In questo caso, però, ritengo che abbia più senso candidare altri militanti che hanno già lavorato e lavorano tuttora nel gruppo”.

Il clima presente nel centrodestra milanese è tutt’altro che tranquillo, tant’è che anche ieri in Consiglio comunale è mancato il numero legale dei componenti: “È evidente - conclude la sua analisi l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che il Pdl ha paura di Cl e delle altre correnti interne, considerando, soprattutto, che i pidiellini vorrebbero uniformare il pensiero generale, tenendo presente le linee guida del partito nazionale”.

venerdì 4 marzo 2011

Task force a Milano contro mendicanti e lavavetri


Vice responsabile meneghino dell’Italia dei Diritti:“La soluzione applicata è una cura palliativa rispetto alle proporzioni, alle risposte ed alle soluzioni strutturali del problema”


Roma - Per far fronte al problema del “degrado” provocato dalla presenza di mendicanti, lavavetri e venditori abusivi di fiori, il comune di Milano ha istituito una task force, chiamata Charlie-Delta e che comprende diciotto automobili della polizia locale con un totale di trentasei agenti, incaricata di pattugliare le strade della città dalle sette e trenta del mattino fino alle otto di sera. In base alle dichiarazioni del sindaco Letizia Moratti tale servizio, in funzione già da quindici giorni, dovrebbe servire come deterrente verso questi comportamenti: infatti, fin’ora, oltre trecento persone sono state schedate e multate per cinquecento euro a testa, mentre centoquattordici sono state allontanate.

Filippo Monteleone, vice responsabile milanese dell’Italia dei Diritti, critica l’iniziativa e afferma: “Le pattuglie non riusciranno ad avere la meglio su dei poveri disgraziati che, per pochi euro al giorno, vanno per strada a fare gli ambulanti, o pulire i vetri ai semafori. Ne fermeranno anche centinaia, ma ce ne saranno sempre altri migliaia pronti a prendere il loro posto. La risposta andrebbe data combattendo le radici del racket che gestisce questo monopolio, ma evidentemente non è questo l'obiettivo del comune”. L’esponente del movimento aggiunge: “Sicuramente però ha più effetto sull'opinione pubblica il pubblico fermo o arresto di un indiano che vende ombrelli sotto la metropolitana, in modo che alla gente venga fatto credere falsamente che il territorio sia in mano alle istituzioni, che sia controllato”.

“La soluzione che è stata applicata – dice Monteleone - mi sembra assolutamente una cura palliativa rispetto alle proporzioni ed alle risposte e soluzioni strutturali che il problema in realtà necessita. E poi si sa che, come altri tentativi in questa direzione, una volta non ottenuto il risultato, la cosa verrà abbandonata e messa nel dimenticatoio. Si tratta di proclami al vento, e invece le soluzioni reali e concrete, e i progetti validi che hanno bisogno di un ragionamento in prospettiva, non vengono mai esplicitati e messi in atto seriamente”.